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Liuteria italiana.

Da sempre considerata la migliore, preziosa e apprezzata dai musicisti di tutto il mondo.

Questi gli strumenti che vengono messi a concorso, in questa e in altre edizioni del "Premio Francesco Geminiani":

 

Un violino Dante ed Alfredo Guastalla (Reggiolo 1936)

Dante Guastalla, nato nel 1893, fu uno degli allievi prediletti di Stefano Scarampella, caposcuola della liuteria mantovana moderna e importante figura tra i liutai del '900.

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Un violoncello di Gaetano Vinaccia (Napoli 1886)

La più longeva dinastia di liutai napoletani è costituita dalla famiglia Vinaccia: i primi strumenti firmati da Gennaro Vinaccia hanno etichette datate intorno al 1720, mentre gli ultimi, firmati dal nostro Gaetano, sono datati sino al 1914.

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Un violino di Genuzio Carletti (Cento 1985)

Genuzio Carletti (Cento 1905-1996) è stato uno dei migliori liutai della famiglia Carletti. Nato a Pieve di Cento dove ha sempre lavorato; è cugino di Natale e di Orfeo, anche loro famosi liutai.

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Un violino di Otello Bignami "Cristina II" (Bologna 1984)

Otello Bignami (Bologna 1914-1989) è considerato uno dei più importanti liutai della Scuola bolognese del Novecento. Fu prima violinista e poi liutaio, allievo di Gaetano Pollastri che gli concesse subito di firmarsi come suo allievo.

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Un violino di Giuseppe Sgarbi (Roma 1885)

Come spesso succede andando a ritroso nel tempo con le notizie che vanno perdendosi, non sappiamo di chi fu allievo Giuseppe Sgarbi (Finale Emilia 1818 - Modena 1905).

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Una viola di Celestino Farotto (Milano 1970)

Celestino Farotto (Milano 1905-1988) ha iniziato la sua carriera di liutaio giovanissimo nella bottega dello zio Celeste e con suo padre Salvatore.

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Una viola di Mario Capicchioni (Rimini 1986)

È lo strumento più giovane tra quelli in dotazione al Premio (tra questa viola e il violoncello di Gaetano Vinaccia c’è esattamente un secolo di differenza), ma non è certo il meno bello, con un suono bellissimo e dolce ed un "la" che canta..

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Un violoncello del XIX secolo etichettato Francesco Guadagnini (Torino 1888)

 La presenza di molti fabbricanti e commercianti stranieri a Torino durante la dominazione napoleonica all’inizio del secolo XIX, influenzò profondamente la locale produzione di strumenti ad arco. 

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