Viola di Celestino Farotto (Milano 1970)
(lunghezza del corpo mm.418)
Celestino Farotto (Milano 1905-1988) ha iniziato la sua carriera di liutaio giovanissimo nella bottega dello zio Celeste e con suo padre Salvatore.
La sua opera, soprattutto quella degli esordi, è fortemente ispirata da quella dello zio e anche le sue prime opere portano la sua etichetta.
Dopo la morte di Celeste si stacca dallo stile che fino allora aveva caratterizzato i suoi lavori e utilizza un'etichetta propria. Si ispira a modelli più vicini a Stradivari e Pressenda, i filetti sono più larghi, il bordo più morbido. La vernice è spesso molto simile a quella dello zio, ma ha usato anche vernici ad olio di pasta morbida con tendenza al "craquele" di un bel rosso arancio.
Ha ricevuto molti premi e riconoscimenti per le sue viole e violini a Roma, Cremona, Padova, Pegli. Nel 1949 ha vinto a Cremona la medaglia d'argento per un violoncello. Ha realizzato anche alcuni violini con intarsi sulla tavola.